Alganesh Fessaha al Convegno Mondialità: una testimonianza di speranza e impegno per i diritti umani

Il Convegno Mondialità, intitolato “Giubileo e remissione del debito, a che punto siamo?”, ha visto tra i suoi protagonisti anche la nostra Alganesh Fessaha, presidente di Gandhi Charity, che ha condiviso una toccante testimonianza sulle tragedie dell’immigrazione e sul suo impegno instancabile per salvare vite umane.

Un saluto di pace e un messaggio di solidarietà

Aprendo il suo intervento con il tradizionale saluto africano “Selam”, che significa pace e salute, Alganesh ha sottolineato l’importanza della solidarietà umana, invitando tutti a considerare la sofferenza dei migranti come una responsabilità collettiva.

“Io sono una donna eritrea”, ha raccontato, “sono qui da tanti anni, ho studiato e lavorato in Italia, ma ho deciso di dedicare la mia vita ad aiutare chi soffre”. Il suo racconto è iniziato con un episodio chiave: l’incontro con cinque bambini rifugiati in Sudan, fuggiti dai bombardamenti in Eritrea. Nonostante la loro estrema vulnerabilità, inizialmente rifiutavano l’aiuto per dignità. Dopo giorni di insistenza, accettarono il suo sostegno, e grazie alla collaborazione con i Frati Francescani, questi bambini ebbero accesso all’istruzione e oggi sono adulti che aiutano a loro volta altri rifugiati.

Il dramma dell’Eritrea e il traffico di esseri umani

L’Eritrea è un Paese senza debito estero, ma ciò non ha impedito al regime dittatoriale di spingere la popolazione alla fuga. Il servizio militare obbligatorio e illimitato, l’assenza di una costituzione e la mancanza di libertà fondamentali hanno costretto migliaia di giovani a scappare. La dottoressa Fessaha ha descritto la realtà dei campi profughi in Etiopia, dove Gandhi Charity lavora per fornire istruzione e assistenza sanitaria a bambini, donne e anziani.

Ma la tragedia non si ferma ai campi profughi. Il Sinai, in Egitto, è stato per anni teatro di un traffico disumano di esseri umani, dove migranti venivano comprati e venduti come merci, torturati per estorcere denaro alle loro famiglie e, in molti casi, uccisi per il traffico di organi. Alganesh ha denunciato il coinvolgimento di trafficanti ben organizzati, con strutture sotterranee e persino ambulanze attrezzate per espiantare organi illegalmente.

Il coraggio di salvare vite nel Sinai

La dottoressa ha raccontato il suo viaggio nel deserto del Sinai, alla ricerca di un leader beduino, Sheikh Mohammed, noto per opporsi alle esecuzioni dei migranti. Dopo un iniziale rifiuto, Alganesh riuscì a convincerlo ad aiutarla a liberare 750 persone, sfidando i trafficanti e mettendo a rischio la propria vita. “Mi hanno sparato, hanno ferito anche il nipote dello Sheikh, ma siamo riusciti a portare in salvo centinaia di persone”.

Alganesh ha evidenziato il paradosso di molti Paesi africani: terre ricche di risorse, ma popoli ridotti alla fame a causa di governi corrotti e di un sistema economico globale che perpetua le disuguaglianze. “Se non ci fosse la speranza, se non ci fosse la solidarietà, il lavoro che facciamo sarebbe nullo. Io credo immensamente in questo, ed è per questo che continuerò a lottare”.

Un appello alla comunità internazionale

Il suo intervento ha lasciato un segno profondo nel pubblico presente al Convegno. La sua esperienza, raccontata anche nel libro Doctor Alganesh – Donna della Speranza, scritto dal giornalista Paolo Lambruschi, è una testimonianza di coraggio e resistenza contro la disumanità della tratta di esseri umani.

La chiusura del suo discorso è stata un appello alla comunità internazionale, alla Chiesa e alle istituzioni: “Siamo tutti parte di un’unica pianta, le nostre radici sono intrecciate. Non possiamo restare indifferenti davanti alla sofferenza di chi è costretto a fuggire. La solidarietà è la chiave per un futuro di giustizia e dignità”.

L’intervento di Alganesh Fessaha al Convegno Mondialità ha ricordato a tutti che la remissione del debito e la giustizia economica non possono prescindere dalla tutela dei diritti umani e dalla lotta contro il traffico di esseri umani. Un monito e un invito all’azione per chiunque creda in un mondo più giusto e solidale.

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