Liberazione dalle carceri egiziane
10.500 persone, detenute per immigrazione illegale, sono state liberate dalle prigioni egiziane grazie agli sforzi di Gandhi, che garantisce il trasporto sicuro dei migranti fuori dall’Egitto fino ai paesi di provenienza o ai campi profughi. Gandhi si occupa, infatti, di raccogliere i fondi necessari per l’acquisto dei biglietti aerei e del disbrigo delle pratiche burocratiche connesse con il cambio di paese.
Gandhi nel deserto del sinai
Le ricerche condotte da Amnesty International, Gandhi, UNHCR e Human Rights Watch evidenziano che decine di migliaia di migranti sono stati vittime di questo tipo di violenza e migliaia hanno perso la vita per mano di contrabbandieri e trafficanti in Eritrea, Etiopia, Sudan e Libia.
Gandhi è diventata un fondamentale punto di riferimento per i profughi che si trovano in situazioni pericolose e disperate. La fondatrice dell’associazione, Alganesh Fessaha, ha ottenuto l’aiuto di alcune tribù di Beduini del Sinai, grazie ai quali è stato possibile liberare, fino ad ora, circa 750 persone tenute in ostaggio e brutalizzate dai trafficanti di esseri umani.
In particolare, i migranti diretti verso Israele, in cerca di lavoro ed asilo politico, sono abitualmente preda delle locali tribù di Beduini che, in passato, si “limitavano” a trasportare i migranti verso Israele dietro adeguato compenso. Ma, da quando Israele ha innalzato un muro lungo il confine con l’Egitto, riducendo così il flusso di migranti, i Beduini, per mantenere costanti i loro profitti, hanno cominciato a rapire i migranti chiedendo un riscatto alle famiglie. In attesa del riscatto, i migranti vengono imprigionati, disumanamente torturati e sottoposti alle più brutali violenze.